mercoledì 4 gennaio 2012

LE NUOVE FRONTIERE DEI MATERIALI NATURALI DA COSTRUZIONE




Il senso di questo libro sta nel mostrare come esistano materiali e tecniche di costruzione dello spazio che siano effettivamente “naturali”, “sane” e “alternative” a quanto viene proposto normalmente. Quelli che fino a pochi anni fa erano solo esperimenti, progetti, ricerche, oggi sono realtà consolidate e tangibili. Che questo possa non piacere a chi è abituato a materiali e tecniche ormai obsolete, è nell’ordine naturale delle cose, ma che sia la direzione verso cui muoversi, è altrettanto naturale.

Che caratteristiche devono avere i materiali da costruzione per esere considerati sani? Si tratta di caratteristiche fisiche che danno qualità abitativa, ma anche altri aspetti riferibili agli impatti ambientali e sono: 
  • Diffusività: capacità di un materiale di consentire il passaggio, non convettivo, di gas e fluidi.
  • Igroscopicità: capacità di assumere/assorbire vapore acqueo dall’aria e di cederlo.
  • Traspirabilità: capacità di avere un elevato scambio igrometrico con l’ambiente, in grado di rispondere alle fluttuazioni accidentali di umidità ambientale.
  • Accumulazione: capacità di accumulare calore, di trattenerlo (quello ricevuto e/o prodotto).
  • Coibenza: capacità di opporre resistenza al passaggio di calore e non disperdere quello accumulato.
  • Temperatura superficiale: capacità di possedere una temperatura superficiale costante e di calore gradevole al tatto (caratteristica legata alla densità del materiale e al proprio contenuto d’acqua).
  • Assorbimento: capacità di filtrazione, trattenimento, depurazione delle sostanze volatili.
  • Protezione acustica: capacità di possedere buone qualità fonoisolanti o fonoassorbenti, in grado di costruire un’efficace protezione dai rumori esterni.
  • Salubrità: capacità di non presentare livelli di tossicità sia in fase di posa che in fase di esercizio e di dismissione.


Per poter stabilire la certificazione della qualità ambientale nell’ambito dell’edilizia sorgono varie problematiche. E’ per questo che, dagli inizi degli anni Settanta, viene attuato un metodo noto come Life Cycle Analysis (analisi del Ciclo di Vita) per valutare nel modo migliore la qualità di un materiale. Questo metodo consiste appunto nell’analisi e nella valutazione del prodotto e/o del ciclo produttivo sotto il profilo dell’impatto ambientale globale durante l’intero processo di produzione-uso-consumo. Ci si è resi conto che per studiare e soprattutto attuare modifiche efficaci ai sistemi produttivi, è essenziale esaminare attentamente il percorso del “prodotto”, valutandone i punti deboli e le perdite di efficienza, dall’estrazione delle materie prime, attraverso i processi di trasformazione e di trasporto che esse subiscono, fino al loro ritorno alla terra sotto forma di rifiuti.




Fonte: "Oro, legno e terra" a cura di Maurizio Corrado.

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